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lunedì 6 gennaio 2014

S. EUSTORGIO... E IL SARCOFAGO DEI RE MAGI... RELIQUIARIO DI COLONIA.

                                                                                 S. Eustorgio Vescovo                                   Basilica di S Eustorgio Milano     

 LA TRADIZIONE DEI MAGI
Ma una seconda tradizione ci unisce alle origini della Chiesa e ci riporta addirittura ai vangeli dell'infanzia di Gesù. E' la vicenda dalla quale prende rilievo la figura di Sant'Eustorgio, eletto nel 343 nono vescovo di Milano, di cui fu anche governatore. In questa vicenda si intrecciano leggenda, tradizione e storia.
Se, arrivando qui, avete dato un'occhiata al campanile della basilica, avrete notato una "stranezza". Sulla sua cima non c'è una croce, ma una stella a otto punte: la stella dei Magi, per indicare la presenza delle loro reliquie, oggetto da sempre della devozione dei fedeli.
La leggenda vuole che i Magi siano morti a Gerusalemme, dove erano tornati dopo la crocefissione di Gesù, per testimoniare la fede di cui si erano fatto banditori nei loro paesi.
La tradizione sostiene che le loro spoglie siano state trovate dalla regina Elena, madre di Costante, capo dell'Impero Romano d'Oriente, e trasferite nella chiesa di S. Sofia a Costantinopoli. Costante le donò a Eustorgio quando questi, eletto vescovo, si recò da lui per rimettere nelle sue mani il mandato di governatore di Milano da lui ricevuto. Eustorgio le trasportò, assieme al pesante sarcofago nel quale erano state riposte, usando un carro trainato da buoi. Dopo un lungo e avventuroso viaggio di ritorno, giunse proprio qui, all'ingresso nella città da Porta Ticinese, dove il carro sprofondò nel fango e non fu possibile rimuoverlo. L'incidente fu interpretato da Eustorgio come un segno divino, e per questo fece erigere la prima basilica nella quale custodire le reliquie dei Magi.
La storia ci informa che nel 1164 l'imperatore Federico I, il "Barbarossa", durante una delle sue calate in Italia, ordinò al suo consigliere, Reinald von Dassel, che era anche arcivescovo di Colonia, di impadronirsi delle reliquie, che finirono cosi nel duomo della città tedesca. Nel 1906, infine, il Card. Ferrari, vescovo di Milano, ottenne una parziale restituzione delle reliquie, ora conservate in una preziosa urna posta sopra l'altare dei Magi.
A ricordo del loro martirio, la liturgia ambrosiana usa, nel giorno dell'Epifania, paramenti di colore rosso.
Al di là della questione riguardante l'autenticità o meno delle reliquie, la devozione dei Magi ripropone il cammino di ogni credente. Quando giungi a piegare il ginocchio davanti a Gesù, alla Parola diventata carne, puoi porgere il cuore al tuo Salvatore. Uno scrigno che non contiene oro, incenso o mirra, ma soltanto quell'unica povera ricchezza che è il tuo peccato. E da quel momento non puoi fare a meno di essere, a tua volta, annunciatore e testimone.

Nel transetto della basilica romanica di Sant’Eustorgio a Milano si trova la “cappella dei Magi”, in cui è conservato un colossale sarcofago di pietra (vuoto), risalente al tardo Impero Romano: la tomba dei Magi. 
Secondo le tradizioni milanesi, la basilica sarebbe stata fatta costruire dal vescovo Eustorgio intorno all’anno 344: la volontà del vescovo era quella di esservi sepolto, dopo la sua morte, vicino ai corpi dei Magi stessi. Per questo motivo, con l’approvazione dell’imperatore Costante avrebbe fatto giungere i loro resti dalla basilica di Santa Sofia a Costantinopoli (dove erano stati portati alcuni decenni prima da sant'Elena, che li aveva ritrovati durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa).
Nel 1162 l’imperatore Federico Barbarossa fece distruggere la chiesa e si impossessò delle reliquie dei Magi, nel 1164 che fece trasferire al duomo della città tedesca di Colonia, dove ancora oggi sono conservate in un prezioso reliquiario.

Solo nel ventesimo secolo Milano riuscì ad ottenere una parte di quello che le era stato tolto: il 3 gennaio del 1904, infatti, il cardinal Ferrari, Arcivescovo di Milano, fece solennemente ricollocare alcuni frammenti ossei delle spoglie dei Re Magi (due fibule, una tibia e una vertebra), offerti dall'Arcivescovo di Colonia Fischer, in Sant'Eustorgio. Furono posti in un'urna di bronzo accanto all'antico sacello vuoto con la scritta Sepulcrum Trium Magorum (tomba dei tre Magi). 

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